Presentazione Progetto

Il dolore neuropatico colpisce il 7-8% della popolazione e la sua gestione risente di un “gap” culturale (relativo a un’inappropriata diagnosi e conseguentemente a un inadeguato trattamento) che ha gravi e ingiustificate ricadute non solo sul paziente ma anche sulla collettività.In presenza di una sintomatologia dolorosa la diagnosi eziologica è fondamentale per un trattamento che ha come scopo l’eliminazione della causa e la guarigione del danno. Talvolta però il dolore persiste, nonostante una diagnosi e una terapia eziologica corrette, sia per meccanismi patogenetici maladattativi, sia per meccanismi epigenetici che possono portare alla cronicizzazione del dolore. In questo convegno verrà approfondita la patogenesi del dolore neuropatico, propedeutica per una migliore valutazione non solo delle caratteristiche cliniche soggettive del dolore ma anche di quali segni obbiettivi positivi o negativi ricercare.

Una gestione clinica appropriata del dolore neuropatico è indispensabile per una diagnosi corretta che è foriera di un trattamento farmacologico efficace, in accordo con la letteratura scientifica. In questo convegno verranno attentamente valutati non solo il profilo di efficacia, sicurezza e tollerabilità dei farmaci (in relazione al loro metabolismo e alle loro interferenze) ma anche l’aderenza del paziente alla terapia (con particolare attenzione a quale oppiaceo somministrare in presenzia o assenza di rischo di abuso del paziente).

Verrà esaminata la legge 24/2017 con particolare approfondimento degli aspetti prescrittivi e della responsabilità medica.

Verrano discussi, in maniera interattiva tra Specialista e Medico di Medicina Generale, dei casi clinici di pazienti affetti dadolore neuropatico e verrà proposto alla fine un role play relativo agli argomenti trattati. In conclusione scopo del convegno è condividere con i partecipanti un iter (diagnostico e terapeutico) appropriato che conduca ad un linguaggio comune non solo nella gestione clinica del dolore neuropatico ma anche nel suo trattamento farmacologico che è non solo un diritto delle persone (Legge n. 38 del 15/3/2010) e un dovere della classe medica ma anche un indice di civiltà sanitaria.