Presentazione Progetto
La depressione e l’ansia rappresentano un problema di grande rilevanza sociale, infatti il Piano Sanitario Nazionale Italiano ha individuato tra i punti critici l’intervento precoce per ridurre il tempo che intercorre tra l’esordio della patologia e la presa in carico del paziente. Recenti studi hanno dimostrato che il 10% dei pazienti degli ambulatori di medicina generale presenta un disturbo dell’umore spesso associato ai disturbi d’ansia. Il mancato riconoscimento e trattamento di questa patologia ha conseguenze gravissime, sia sulla qualità di vita, che sul fronte di giornate lavorative e sulla sfera di risorse sanitarie, anche per altre patologie a carico degli apparati sistemici. Il rischio di malattia depressiva nel corso della vita è di circa il 20-25% nelle popolazioni occidentali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la depressione è attualmente al quarto posto tra le malattie più invalidanti, con previsione di salire al primo posto nel 2030. E’ noto che la maggior parte dei casi di depressione non sono riconosciuti e/o trattati adeguatamente, a dispetto dell’esistenza di un crescente numero di terapie efficaci. E’ quindi estremamente opportuno approfondire le conoscenze sull’argomento in modo tale che la depressione possa essere riconosciuta e curata efficacemente. In particolare, gli aspetti psichici e quelli farmacologici della depressione rappresentano un tema di primario interesse per gli specialisti coinvolti nella gestione del paziente depresso. Il tempestivo riconoscimento di una sindrome ansiosa depressiva non è sempre facile; paradossalmente le maggiori difficoltà diagnostiche possono essere legate proprio a casi apparentemente meno gravi, ma non per questo meno invalidanti se non adeguatamente trattati, come i cosiddetti “disturbi sotto-soglia” oppure i casi di depressione a presentazione prevalentemente somatica; il Medical Outcome Study del 1989 determinò come la depressione (anche nei casi sotto-soglia) sia in assoluto la malattia caratterizzata dalla peggior compromissione funzionale. Soprattutto i casi a presentazione prevalentemente somatica sono molto frequenti, ma corrono il rischio di non essere diagnosticati con facilità. Alterazioni del sonno e dell’appetito, senso di affaticamento, vertigini, dolore a carico del distretto gastro-enterico o muscolo scheletrico, oppure cefalea. Sono molte le criticità legate alla diagnosi di depressione; tra le tante, due dovrebbero essere evidenziate. Innanzitutto occorre evitare di considerare la depressione come una diagnosi soltanto residuale, ovvero di esclusione. Il trattamento con benzodiazepine non costituisce più la terapia d’elezione a lungo termine dei disturbi d’ansia cronica. Al contrario, la ricerca sperimentale e clinica hanno dimostrato che le benzodiazepine costituiscono il trattamento più efficace per un trattamento a breve termine per prevenire o antagonizzare un evento stressante acuto o una improvvisa crisi d’ansia. I farmaci antidepressivi rappresentano la terapia più efficace nei disturbi del tono dell’umore, ma trovano larga indicazione anche nel trattamento a lungo termine di diversi stati d’ansia quali il disturbo ossessivo compulsivo, il disturbo di panico, le fobie e, più recentemente, il disturbo d’ansia generalizzato, patologia spesso associata alla depressione.
L’evidenza clinica che i farmaci antidepressivi sono particolarmente efficaci nella terapia a lungo termine del disturbo d’ansia generalizzata ha di recente trovato dei solidi correlati neurochimici a livello sperimentale. Questa scoperta dimostra inoltre che il farmaco antidepressivo, somministrato per un periodo prolungato, migliora in modo sostanziale la capacità di adattamento e la funzione della componente presinaptica del neurone, un evento neurochimico coerente con l’efficacia ansiolitica del trattamento cronico. La capacità degli antidepressivi di agire contemporaneamente e più selettivamente sulla trasmissione serotoninergica e noradrenergica è sicuramente una peculiare proprietà, determinante per permettere a questi farmaci di modulare con la massima efficacia la sintesi di fattori trofici e il processo di neurogenesi, due importanti fenomeni funzionalmente associati alla neuroplasticità.
Attraverso il presente evento ECM viene proposto ai medici di medicina generale e specialisti in psichiatria, neurologia e geriatria un’occasione di incontro, confronto e discussione, che abbia come obiettivo quello di valutare, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche provenienti dalla ricerca neurobiologica di base e clinica, il migliore e ottimale utilizzo di farmaci in funzione delle caratteristiche sintomatiche del paziente, in modo da ottenere la massima tollerabilità e sicurezza soprattutto nei pazienti con sindrome ansioso-depressiva, ansia generalizzata, disturbi alimentari nonchè in particolari condizioni patologiche nelle quali questi farmaci tradizionalmente sono stati finora considerati a rischio. Questo obiettivo si potrà raggiungere dando al medico le più avanzate nozioni di neurobiologia sperimentale e clinica al fine di ottimizzare al massimo il protocollo terapeutico per migliorare sia la qualità di vita del paziente nonché la sua “compliance” a concomitanti trattamenti per patologie agli apparti sistemici, permettergli di raggiungere, in assenza di malattia, un migliore equilibrio psichico, affettivo e sociale come suggerito dal WHO.
Informazioni ECM
► Crediti ECM: 6
► Professioni:
- Medico chirurgo
- Farmacologia e tossicologia clinica
- Geriatria
- Medicina generale (medici di famiglia)
- Medicina interna
- Neurologia
- Psichiatria
► Partecipanti: 70
► Costo: Gratuito
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